Il momento del pasto è visto con grande angoscia e apprensione; è un momento difficile pieno di pensieri e regole autoimposte da rispettare.
Come poter quindi supportare e aiutare durante il pasto?
1. Offrire sostegno emotivo.
La testa di una persona con disturbo alimentare è invasa di pensieri come “è troppo, fa ingrassare, non va bene, poi divento una balena,…” che portano a tanta ansia. Per cui invitiamola a dirli ad alta voce e prendere consapevolezza che sono solo pensieri e accogliamo nel mentre la sua ansia.
2. Non ci si può fidare delle sensazioni di fame/sazietà.
La sensazione di fame/sazietà è alterata dallo stato di sottopeso e non sono una buona guida per decidere quanto e quando mangiare. In una prima fase terapeutica tendenzialmente si concorda in anticipo il pasto con la psicoterapeuta e la nutrizionista, in modo che sia adattato ai bisogni nutritivi e psicologici nella prima fase di rieducazione alimentare.
3. Bisogna mangiare senza farsi influenzare dalle preoccupazioni sull’alimentazione.
Come prima, è un effetto secondario del disturbo dell’alimentazione e non sono una buona guida per decidere quanto e quando mangiare.
4. Non si parla di argomenti “fastidiosi” poco prima, durante e subito dopo il pasto, come ricette, cibo, peso, forma fisica.
Sono argomenti che possono aumentare le preoccupazioni sull’alimentazione.
5. L’importante è creare una relazione.
Chiacchierate! Affrontate argomenti legati ai vari ambiti di vita: amici, scuola, hobby…
Quali passioni? Quali interessi? Quali desideri?
6. Il dopo pasto = distrazione.
L'obiettivo è quello di distrarla dai potenziali pensieri, preoccupazioni e sensi di colpa legati al cibo e al peso corporeo. C’è qualche serie tv che le piace? Qualche libro? Magari guardateli assieme.
Comments