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  • margheritahassan

AGIRE O NON AGIRE


Può capitare. Succede qualcosa che ci sorprende, di diverso e ci blocchiamo. Restiamo congelati in un limbo. Gli amici ci rimandano che “non può piovere per sempre” e che il momento difficile che stiamo vivendo, passerà. L’ostacolo che vediamo come un gigante davanti a noi, si disintegrerà da solo, come si è formato.



Questo però è un atteggiamento passivo; sicuramente alcuni problemi come compaiono posso scomparire dalla vita, ma noi possiamo agire attivamente per cercare di fare ciò, per tornare ad uno stato di quiete.


Ci viene in aiuto il problem solving, una modalità per analizzare la situazione e cercare e individuare le strategie più efficaci per raggiungere un obiettivo.

È un percorso circolare, che permette diversi tentativi, prove ed errori. Il fallimento fa quindi parte del percorso, se una determinata strategia non ha funzionato, se ne può usare un’altra.

Non agire può essere controproducente in quanto se va bene, la situazione rimane immutata, se va male, può peggiorare.

Agire inoltre ci permette di incrementare l’autostima, sviluppando le abilità di gestione dei problemi. Riprendendo l’analogia con la pioggia, agire ci permette di avvicinarci più velocemente all’arcobaleno o di bagnarci consapevolmente.

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